La malattia - le origini
Moderatori:Staff Seaspin, Staff Moderatori
Ho scritto questo articolo per il mio blog, ma vorrei condividerlo anche con voi. Sono le origini della malattia.
“Il contagio è la trasmissione da un individuo ad un altro di una malattia infettiva.
Può avvenire in diversi modi a seconda della malattia associata.”
Questa, è la definizione che wikipedia ci fornisce nelle prime righe di risposta, quando si ricerca la parola contagio. Il termine “malattia“, lo sentiamo spesso nel mondo dello spinning . Da compagne, mogli,madri, fratelli, amici, cugini…
Ma è sul termine “infettivo” che vorrei soffermarmi. Quanti di noi avrebbero mai cominciato a fare spinning, se qualcuno non fosse venuto ad entusiasmarci con racconti di treni agganciati alla canna, di scogliere bellissime e di emozioni forti? Credo in tanti.
Ma n0n è disonore, anzi. Quando si può prendere qualcosa di buono dagli altri, secondo me è giusto lo si faccia senza remori. Sempre migliorarsi,sperimentare e cambiare forma.
Ma partiamo dal principio.
Tanti anni fà (non moltissimi, ma abbastanza da aver preso alcuni kg durante questi anni), oltre il calcio e la musica (ed, ovviamente la sgnacchera), non è che avessi molti interessi. Oppure, riformulando, erano interessi nei quali la passione c’era, ma non tanto da sacrificarmici per ottenere risultati concreti. Ma la pesca era già presente,anche se sicuramente non come oggi. Andavo con mio babbo, al porto o in spiaggia,a pescare con il vermicello,ferrando i malcapitati saraghi o le povere occhiate ignare di mangiare il demoniaco inganno.
Ed in una giornata d’estate di metà anni 90′, dove l’afa veniva smorzata da un leggero vento da nord, seduti su sgabelli dalla stabilità incerta, mi raccontò per la prima volta di un pesce predatore…
“Babbo, ma predatore in che senso?”
“Predatore che mangia gli altri pesci Matteo.”
“Che pesce è?”
“Si chiama barracuda.”
“E come è fatto?”
“E Matteo…ha la forma affusolata…è di colore grigio con bande laterali sulla schiena…ha i denti lunghi ed affilati…”
“Ha i denti? Ma tu l’hai mai visto dal vivo?”
“Si, mi è capitato di vederli in porto, quando facevo il militare, alle prime luci dell’alba…”
Il primo sintomo della malattia piscatoria : la curiosità.
Per anni, non ho potuto informarmi su questo bellissimo predatore, ero piccolo ed i pc esistevano solo nei film…fin quando mio padre ne acquistò uno, abbastanza decente per poter navigare su internet con un modem 56k.
E se anche la curiosità sul nostro bellissimo sfirenide sembrava attenuata, la possibilità di avere il mondo a portata di clic la riaccese come benzina sul fuoco. Ed appena digitata la parola barracuda…trovai tanto da leggere…alcune foto…le abitudini…ed un forum.
Direte voi, un forum nei primi anni 2000 di spinning? E già. Un signor forum gestito da alcune persone in gambissima. Persone che praticavano il C&R già all’epoca, quando alcuni dei più noti spinner dei giorni nostri giravano per casa con il ciuccio in bocca.
Questo forum si chiamava barracuda spinning club.
Secondo sintomo della malattia piscatoria : l’eccitazione.
Allora, pischellino con quattro peli sotto le ascelle, mi misi a leggere tutto quello che potevo, le abitudini, gli orari giusti, (di esche, canne e mulinelli ancora non se ne parlava, si pescava per il piacere di farlo), ma sopratutto i posti giusti. Scogliera naturale…imboccatura dei porti…e centrali dell’ENEL.
“Sì, per via dell’acqua calda,” mi disse un carissimo amico. “Io ho degli amici che escono a pescare e gli vedono sempre girottare in quella corrente di acqua bollente”.
“Se vuoi, possiamo andare per provare a pescarli”.
Ecco. Credo che questo sia stato il mio punto di non ritorno. Da quel momento, l’eccitazione era a mille. Il capire come arrivare in quel punto, mettere benzina al cinquantino, tenere le canne dritte per evitare di fare la fiancata a qualche macchina nell’altra corsia e…le esche artificiali.
Residui bellici di mio babbo e suo babbo, roba che oggi mi vergognerei a tirare fuori.
Fase finale : il contagio.
Salo, così chiamato dal gruppo di amici per via del suo cognome, cominciò a raccontarmi di magnifiche pescate fatte dal padre, dai parenti e di pesci stratosferici pescati in quello spot. Di leccie e ricciole over 20 kg….e di barracuda.
Mi si illuminavano gli occhi, ogni qual volta che diceva che mangiavano a galla sui muggini, che era uno spettacolo della natura, che l’acqua “bolliva”.
Ed allora, pronti e via, senza remori. Decidemmo di fare la notte in questo spot, dove nessuno dei due era mai stato. Si era fatto spiegare la strada a grandi linee da un amico. Ricordo ancora la discussione su cosa portare, ma ci sarà freddo, ma dici che una canna a fondo serve….
E la sera partimmo. Carichi come asini. Ricordo il viaggio, scomodo, sulla moto nera customizzata come meglio si poteva negli anni 2000. Ricordo il pezzo sterrato, lunghissimo,pieno di buche. E finalmente scorgemmo lo spot.
Era una piattaforma in mezzo al mare, dietro le turbine dell’ENEL. Il sole alto illuminava la forte corrente che i mostri meccanici creavano risucchiando l’acqua del mare. Bene, il grande momento era arrivato.
Scaricammo la moto, percorremmo un breve tratto di scogliera artificiale ed eccoci sulla piattaforma. Il mare era piatto come olio, e sotto di essa si scorgevano le sagome dei muggini e delle salpe.
Il tempo passò veloce sino al tramonto, quando l’acqua cominciò a ribollire. Il cielo si era scurito, come nei film, quando si ha un brutto presentimento e sta per accadere qualcosa di tragico. E così fù. Un branco enorme di barracuda attaccava i muggini lontano da noi, una scena che ancora oggi mi mette i brividi, un emozione unica. Vedere i denti aguzzi letteralmente macellare la loro cena, era uno spettacolo senza prezzo. Attaccammo un artificiale dalle ancorette rugginose, su canne corte ma più da beach ledgering che da spinning….
I nostri lanci non arrivavano a destinazione, e presto ci stancammo di non avere i barracuda a portata di lancio. Poco dopo, sceso il sole, il nulla più assoluto. Passammo una notte fredda, in compagnia di sigarette, panini e qualche birra, sdraiati nel bordo della piattaforma a guardare il cielo e a fantasticare sui quei mostri che fino a qualche attimo prima ci caricavano di adrenalina. Fino all’alba.
All’alba successe qualcosa di particolare….Salo, nelle sue magliette smanicate da camionista, con i suoi metodi rozzi ma dai modi gentili, mi disse che era arrivata l’ora di prendere un barracuda…
Forse in altre occasioni avrei riso in faccia a chiunque, ma non il giorno. Prese la sua canna, innesco un rapala testa rossa dalla paletta di metallo, e lanciò forte. La polvere, la salsedine e l’acqua che fuoriscirono sotto forma di polveri dal mulinello, le braccia tese e lo sguardo concentrato sul nylon permangono ancora nei miei ricordi…
E fù un attimo…la lenza si tese, le braccia ferrarono forte il predatore, che a sua volta diventò preda del plastico inganno…l’acqua si aprì…cominciò a scodare a galla…una piccola fuga…l’ansia e l’adrenalina legate assieme…all’urlo di “Prendi il coppo! E’ grande!E’ grande!”….la sagoma argentea riflessa nella prime luci dell’alba e….
Dottore sono malato. Lo risconosco, dicono sia il primo passo verso la guarigione. Mi ha contagiato un amico…si lo so sono brutte cose ma ormai è difficile uscire da questo tunnel.
Grazie Marco, grazie di tutto.
“Il contagio è la trasmissione da un individuo ad un altro di una malattia infettiva.
Può avvenire in diversi modi a seconda della malattia associata.”
Questa, è la definizione che wikipedia ci fornisce nelle prime righe di risposta, quando si ricerca la parola contagio. Il termine “malattia“, lo sentiamo spesso nel mondo dello spinning . Da compagne, mogli,madri, fratelli, amici, cugini…
Ma è sul termine “infettivo” che vorrei soffermarmi. Quanti di noi avrebbero mai cominciato a fare spinning, se qualcuno non fosse venuto ad entusiasmarci con racconti di treni agganciati alla canna, di scogliere bellissime e di emozioni forti? Credo in tanti.
Ma n0n è disonore, anzi. Quando si può prendere qualcosa di buono dagli altri, secondo me è giusto lo si faccia senza remori. Sempre migliorarsi,sperimentare e cambiare forma.
Ma partiamo dal principio.
Tanti anni fà (non moltissimi, ma abbastanza da aver preso alcuni kg durante questi anni), oltre il calcio e la musica (ed, ovviamente la sgnacchera), non è che avessi molti interessi. Oppure, riformulando, erano interessi nei quali la passione c’era, ma non tanto da sacrificarmici per ottenere risultati concreti. Ma la pesca era già presente,anche se sicuramente non come oggi. Andavo con mio babbo, al porto o in spiaggia,a pescare con il vermicello,ferrando i malcapitati saraghi o le povere occhiate ignare di mangiare il demoniaco inganno.
Ed in una giornata d’estate di metà anni 90′, dove l’afa veniva smorzata da un leggero vento da nord, seduti su sgabelli dalla stabilità incerta, mi raccontò per la prima volta di un pesce predatore…
“Babbo, ma predatore in che senso?”
“Predatore che mangia gli altri pesci Matteo.”
“Che pesce è?”
“Si chiama barracuda.”
“E come è fatto?”
“E Matteo…ha la forma affusolata…è di colore grigio con bande laterali sulla schiena…ha i denti lunghi ed affilati…”
“Ha i denti? Ma tu l’hai mai visto dal vivo?”
“Si, mi è capitato di vederli in porto, quando facevo il militare, alle prime luci dell’alba…”
Il primo sintomo della malattia piscatoria : la curiosità.
Per anni, non ho potuto informarmi su questo bellissimo predatore, ero piccolo ed i pc esistevano solo nei film…fin quando mio padre ne acquistò uno, abbastanza decente per poter navigare su internet con un modem 56k.
E se anche la curiosità sul nostro bellissimo sfirenide sembrava attenuata, la possibilità di avere il mondo a portata di clic la riaccese come benzina sul fuoco. Ed appena digitata la parola barracuda…trovai tanto da leggere…alcune foto…le abitudini…ed un forum.
Direte voi, un forum nei primi anni 2000 di spinning? E già. Un signor forum gestito da alcune persone in gambissima. Persone che praticavano il C&R già all’epoca, quando alcuni dei più noti spinner dei giorni nostri giravano per casa con il ciuccio in bocca.
Questo forum si chiamava barracuda spinning club.
Secondo sintomo della malattia piscatoria : l’eccitazione.
Allora, pischellino con quattro peli sotto le ascelle, mi misi a leggere tutto quello che potevo, le abitudini, gli orari giusti, (di esche, canne e mulinelli ancora non se ne parlava, si pescava per il piacere di farlo), ma sopratutto i posti giusti. Scogliera naturale…imboccatura dei porti…e centrali dell’ENEL.
“Sì, per via dell’acqua calda,” mi disse un carissimo amico. “Io ho degli amici che escono a pescare e gli vedono sempre girottare in quella corrente di acqua bollente”.
“Se vuoi, possiamo andare per provare a pescarli”.
Ecco. Credo che questo sia stato il mio punto di non ritorno. Da quel momento, l’eccitazione era a mille. Il capire come arrivare in quel punto, mettere benzina al cinquantino, tenere le canne dritte per evitare di fare la fiancata a qualche macchina nell’altra corsia e…le esche artificiali.
Residui bellici di mio babbo e suo babbo, roba che oggi mi vergognerei a tirare fuori.
Fase finale : il contagio.
Salo, così chiamato dal gruppo di amici per via del suo cognome, cominciò a raccontarmi di magnifiche pescate fatte dal padre, dai parenti e di pesci stratosferici pescati in quello spot. Di leccie e ricciole over 20 kg….e di barracuda.
Mi si illuminavano gli occhi, ogni qual volta che diceva che mangiavano a galla sui muggini, che era uno spettacolo della natura, che l’acqua “bolliva”.
Ed allora, pronti e via, senza remori. Decidemmo di fare la notte in questo spot, dove nessuno dei due era mai stato. Si era fatto spiegare la strada a grandi linee da un amico. Ricordo ancora la discussione su cosa portare, ma ci sarà freddo, ma dici che una canna a fondo serve….
E la sera partimmo. Carichi come asini. Ricordo il viaggio, scomodo, sulla moto nera customizzata come meglio si poteva negli anni 2000. Ricordo il pezzo sterrato, lunghissimo,pieno di buche. E finalmente scorgemmo lo spot.
Era una piattaforma in mezzo al mare, dietro le turbine dell’ENEL. Il sole alto illuminava la forte corrente che i mostri meccanici creavano risucchiando l’acqua del mare. Bene, il grande momento era arrivato.
Scaricammo la moto, percorremmo un breve tratto di scogliera artificiale ed eccoci sulla piattaforma. Il mare era piatto come olio, e sotto di essa si scorgevano le sagome dei muggini e delle salpe.
Il tempo passò veloce sino al tramonto, quando l’acqua cominciò a ribollire. Il cielo si era scurito, come nei film, quando si ha un brutto presentimento e sta per accadere qualcosa di tragico. E così fù. Un branco enorme di barracuda attaccava i muggini lontano da noi, una scena che ancora oggi mi mette i brividi, un emozione unica. Vedere i denti aguzzi letteralmente macellare la loro cena, era uno spettacolo senza prezzo. Attaccammo un artificiale dalle ancorette rugginose, su canne corte ma più da beach ledgering che da spinning….
I nostri lanci non arrivavano a destinazione, e presto ci stancammo di non avere i barracuda a portata di lancio. Poco dopo, sceso il sole, il nulla più assoluto. Passammo una notte fredda, in compagnia di sigarette, panini e qualche birra, sdraiati nel bordo della piattaforma a guardare il cielo e a fantasticare sui quei mostri che fino a qualche attimo prima ci caricavano di adrenalina. Fino all’alba.
All’alba successe qualcosa di particolare….Salo, nelle sue magliette smanicate da camionista, con i suoi metodi rozzi ma dai modi gentili, mi disse che era arrivata l’ora di prendere un barracuda…
Forse in altre occasioni avrei riso in faccia a chiunque, ma non il giorno. Prese la sua canna, innesco un rapala testa rossa dalla paletta di metallo, e lanciò forte. La polvere, la salsedine e l’acqua che fuoriscirono sotto forma di polveri dal mulinello, le braccia tese e lo sguardo concentrato sul nylon permangono ancora nei miei ricordi…
E fù un attimo…la lenza si tese, le braccia ferrarono forte il predatore, che a sua volta diventò preda del plastico inganno…l’acqua si aprì…cominciò a scodare a galla…una piccola fuga…l’ansia e l’adrenalina legate assieme…all’urlo di “Prendi il coppo! E’ grande!E’ grande!”….la sagoma argentea riflessa nella prime luci dell’alba e….
Dottore sono malato. Lo risconosco, dicono sia il primo passo verso la guarigione. Mi ha contagiato un amico…si lo so sono brutte cose ma ormai è difficile uscire da questo tunnel.
Grazie Marco, grazie di tutto.
Matteo
Chi può dirlo, solo dio lo sa.
http://saltwaterfables.blog - ...not another spinning blog...
Chi può dirlo, solo dio lo sa.
http://saltwaterfables.blog - ...not another spinning blog...
-
- Member
- Messaggi:192
- Iscritto il:mar set 11, 2012 11:55 am
- Località:Sardegna
Re: La malattia - le origini
Bellissimo racconto che fa percepire anche le emozioni che hai provato, grazie.
Io ho iniziato a pescare tanti anni fa con altre tecniche e ricordo che fin da bambino ero perdutamente innamorato della pesca in generale tanto da costruirmi una canna con lo spago, tappo di sughero e ago per cucire nemmeno piegato...saranno passati più di 35 anni ma ricordo perfettamente di aver pensato che se fossi stato abbastanza veloce a tirarlo fuori avrei potuto comunque prendere un pesce nonostante l'ago dritto, non possedevo nemmeno un amo. Successivamente ho iniziato a costruirmi degli ami con il filo di ferro o addirittura di rame, non ho mai nemmeno provato quelle attrezzature in acqua, progettavo di provarle nelle vasche con i pesci ai giardini.
Alle medie ho comprato una di quelle cannette rosse in due pezzi in fibra di vetro di seconda mano, che ho ancora in garage, ma le occasioni di usarla erano pochissime, la prima volta che l'ho usata siamo andati a piedi con due amici in un piccolo fiume a diversi chilometri di distanza, giusto il tempo di fare due lanci che dovevamo già rientrare, ho lanciato un piccolo artificiale senza prendere niente ma, onestamente, non avevo le idee chiare su quello che facevo e l'avevo usato solo perchè non avevamo avuto il tempo di procurare qualche lombrico.
La successiva esperienza con gli artificiali l'ho avuta quando avevo poco più di vent'anni e nella cassettina avevo un ondulante in metallo lanciato in foce, con la stessa cannetta rossa, senza troppa convinzione e senza prendere niente durante una pescata agli albori del surf, sulle riviste avevo visto che qualcuno ci prendeva le spigole.
Per tanti anni e per varie ragioni ho abbandonato la pesca, successivamente, qualche anno fa, il ritorno di fiamma col surfcasting e l'idea di comprare una canna da spinning (anzi da casting per la verità) da usare durante le attese, poi i barracuda in porto, le scogliere e tanti saluti.
Oggi ho ancora l'atttrezzatura da surfcasting ma quando ho la possibilità di andare a pescare non mi sfiora nemmeno lontanamente l'idea di prenderla e usarla, so che prima o poi lo farò visto che piaceva anche a mia moglie (lei stava in tenda a giocare col portatile).
Tutto questo solo per dire che anche io sono stato contagiato.
Io ho iniziato a pescare tanti anni fa con altre tecniche e ricordo che fin da bambino ero perdutamente innamorato della pesca in generale tanto da costruirmi una canna con lo spago, tappo di sughero e ago per cucire nemmeno piegato...saranno passati più di 35 anni ma ricordo perfettamente di aver pensato che se fossi stato abbastanza veloce a tirarlo fuori avrei potuto comunque prendere un pesce nonostante l'ago dritto, non possedevo nemmeno un amo. Successivamente ho iniziato a costruirmi degli ami con il filo di ferro o addirittura di rame, non ho mai nemmeno provato quelle attrezzature in acqua, progettavo di provarle nelle vasche con i pesci ai giardini.
Alle medie ho comprato una di quelle cannette rosse in due pezzi in fibra di vetro di seconda mano, che ho ancora in garage, ma le occasioni di usarla erano pochissime, la prima volta che l'ho usata siamo andati a piedi con due amici in un piccolo fiume a diversi chilometri di distanza, giusto il tempo di fare due lanci che dovevamo già rientrare, ho lanciato un piccolo artificiale senza prendere niente ma, onestamente, non avevo le idee chiare su quello che facevo e l'avevo usato solo perchè non avevamo avuto il tempo di procurare qualche lombrico.
La successiva esperienza con gli artificiali l'ho avuta quando avevo poco più di vent'anni e nella cassettina avevo un ondulante in metallo lanciato in foce, con la stessa cannetta rossa, senza troppa convinzione e senza prendere niente durante una pescata agli albori del surf, sulle riviste avevo visto che qualcuno ci prendeva le spigole.
Per tanti anni e per varie ragioni ho abbandonato la pesca, successivamente, qualche anno fa, il ritorno di fiamma col surfcasting e l'idea di comprare una canna da spinning (anzi da casting per la verità) da usare durante le attese, poi i barracuda in porto, le scogliere e tanti saluti.
Oggi ho ancora l'atttrezzatura da surfcasting ma quando ho la possibilità di andare a pescare non mi sfiora nemmeno lontanamente l'idea di prenderla e usarla, so che prima o poi lo farò visto che piaceva anche a mia moglie (lei stava in tenda a giocare col portatile).
Tutto questo solo per dire che anche io sono stato contagiato.
Maurizio Aloe
Sto su una via salata, in equilibrio isterico tra il mare grosso e la terra sto a raccogliere quello che si è arrotondato sfregando
...
Questa è la via salata, dove ogni ansia si impolvera, svaporazione benefica, quel sale che preserva dà forza e corrode le cose.
(Mau Mau - La via salata)
Sto su una via salata, in equilibrio isterico tra il mare grosso e la terra sto a raccogliere quello che si è arrotondato sfregando
...
Questa è la via salata, dove ogni ansia si impolvera, svaporazione benefica, quel sale che preserva dà forza e corrode le cose.
(Mau Mau - La via salata)
Re: La malattia - le origini
Prima di tutto grazie a te per aver speso del tempo a leggere, davvero.
...il ritorno di fiamma....sembra che a volte il mare ci chiami...tipo anello del signore degli anelli...è qualcosa di intrinseco nell'essere...MaurizioA. ha scritto: Per tanti anni e per varie ragioni ho abbandonato la pesca, successivamente, qualche anno fa, il ritorno di fiamma col surfcasting e l'idea di comprare una canna da spinning (anzi da casting per la verità) da usare durante le attese, poi i barracuda in porto, le scogliere e tanti saluti.
(...)
Tutto questo solo per dire che anche io sono stato contagiato.
Matteo
Chi può dirlo, solo dio lo sa.
http://saltwaterfables.blog - ...not another spinning blog...
Chi può dirlo, solo dio lo sa.
http://saltwaterfables.blog - ...not another spinning blog...
-
- Member
- Messaggi:192
- Iscritto il:mar set 11, 2012 11:55 am
- Località:Sardegna
Re: La malattia - le origini
Il signore degli anelli Fuji
Maurizio Aloe
Sto su una via salata, in equilibrio isterico tra il mare grosso e la terra sto a raccogliere quello che si è arrotondato sfregando
...
Questa è la via salata, dove ogni ansia si impolvera, svaporazione benefica, quel sale che preserva dà forza e corrode le cose.
(Mau Mau - La via salata)
Sto su una via salata, in equilibrio isterico tra il mare grosso e la terra sto a raccogliere quello che si è arrotondato sfregando
...
Questa è la via salata, dove ogni ansia si impolvera, svaporazione benefica, quel sale che preserva dà forza e corrode le cose.
(Mau Mau - La via salata)
Re: La malattia - le origini
MaurizioA. ha scritto:Il signore degli anelli Fuji







Matteo
Chi può dirlo, solo dio lo sa.
http://saltwaterfables.blog - ...not another spinning blog...
Chi può dirlo, solo dio lo sa.
http://saltwaterfables.blog - ...not another spinning blog...
- PHOBIOSPIN
- Senior Member
- Messaggi:1205
- Iscritto il:gio lug 07, 2011 10:13 am
- Località:SARDEGNA
Re: La malattia - le origini
commovente 

FABIO FRAU
"Dai un pesce ad un uomo e gli darai da mangiare per un giorno. Insegna a un uomo a pescare e ti libererai di lui ogni week-end"
"Dai un pesce ad un uomo e gli darai da mangiare per un giorno. Insegna a un uomo a pescare e ti libererai di lui ogni week-end"
Re: La malattia - le origini
La malattia si presenta sempre con gli stessi sintomi iniziali (e forse potrebbe essere curata già in quelle fasi, attraverso dosi massicce di passatempi più sani e produttivi, come discoteca, far tardi con i compagni di scuola, giri dei locali, ragazze, ...)
Io a 15 anni tiravo cavedanelli con il rotante (n.0, su Pescare si diceva, a proposito delle prede dello spinning, che "a volte, usando cucchiaini-mosca, si prendono anche i cavedani"
). Prendevo l'autobus fino ad un infrascatissimo torrentello cittadino, da cui uscivo rosso paonazzo per i rovi e l'allergia al polline)
La prima canna? Una fissa di bambou, in tre pezzi, con gli innesti in ottone, 3000 lire, lenza compresa, con galleggiantino bianco e verde
Io a 15 anni tiravo cavedanelli con il rotante (n.0, su Pescare si diceva, a proposito delle prede dello spinning, che "a volte, usando cucchiaini-mosca, si prendono anche i cavedani"


La prima canna? Una fissa di bambou, in tre pezzi, con gli innesti in ottone, 3000 lire, lenza compresa, con galleggiantino bianco e verde

Mimmo Viggiani
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
- eagle78
- Senior Member
- Messaggi:1147
- Iscritto il:lun nov 08, 2010 7:02 pm
- Località:prov. di benevento, ma pesco dal Cilento alla Calabria
Re: La malattia - le origini
Ormai non c'è più il fisico per queste cosemimmus ha scritto:e forse potrebbe essere curata già in quelle fasi, attraverso dosi massicce di passatempi più sani e produttivi, come discoteca, far tardi con i compagni di scuola, giri dei locali, ragazze, ...


erminio
"Una pessima giornata di pesca è sempre meglio di una stupida giornata di lavoro" (Ernest Hemingway)
"Una pessima giornata di pesca è sempre meglio di una stupida giornata di lavoro" (Ernest Hemingway)
Re: La malattia - le origini
E neanche per lo spinning, a leggere l'altro thread sui malanni muscolarieagle78 ha scritto:Ormai non c'è più il fisico per queste cosemimmus ha scritto:e forse potrebbe essere curata già in quelle fasi, attraverso dosi massicce di passatempi più sani e produttivi, come discoteca, far tardi con i compagni di scuola, giri dei locali, ragazze, ...![]()


Mimmo Viggiani
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
- eagle78
- Senior Member
- Messaggi:1147
- Iscritto il:lun nov 08, 2010 7:02 pm
- Località:prov. di benevento, ma pesco dal Cilento alla Calabria
Re: La malattia - le origini
Per questo vado in palestra, per mantenermi più allenato, ma nonostante tutto polso e spalla nelle lunghe sessioni estive, mi fanno male e la schiena non ne parliamo propriomimmus ha scritto: E neanche per lo spinning, a leggere l'altro thread sui malanni muscolari![]()

erminio
"Una pessima giornata di pesca è sempre meglio di una stupida giornata di lavoro" (Ernest Hemingway)
"Una pessima giornata di pesca è sempre meglio di una stupida giornata di lavoro" (Ernest Hemingway)
- SpinnerFrancesco
- Operatore pesca sportiva
- Messaggi:1468
- Iscritto il:dom lug 27, 2008 11:29 am
- Località:Catanzaro
Re: La malattia - le origini
Veramente potresti rischiare di creare l'opposto, tenere sempre sotto stress i muscoli interessati tra attrezzi e pesca potrebbe non essere molto benefico.eagle78 ha scritto:Per questo vado in palestra, per mantenermi più allenato, ma nonostante tutto polso e spalla nelle lunghe sessioni estive, mi fanno male e la schiena non ne parliamo propriomimmus ha scritto: E neanche per lo spinning, a leggere l'altro thread sui malanni muscolari![]()

Ultima modifica di SpinnerFrancesco il mer dic 25, 2013 1:11 am, modificato 1 volta in totale.
mare ondoso......tanta tanta schiuma.......questo è spinning allo stato puro....
G.Loomis Pro Staff
http://www.gloomis.com
G.Loomis Pro Staff
http://www.gloomis.com
Re: La malattia - le origini
Concordo! Tra runner (quando correvo tantoSpinnerFrancesco ha scritto: Veramente potresti rischiare di creare l'opposto, tenere sempre sotto stress i muscoli interessati tra attrezzi è pesca potrebbe non essere molto benefico.


Mimmo Viggiani
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
Re: La malattia - le origini
Ma che é successo nel frattempo?
Ti riadotto
Ti riadotto

rattoppa un mimmus
support C&R
support C&R
Re: La malattia - le origini
E Donato Donato... tu perdi i pesci seri e prendi solo le mormore... 

Mimmo Viggiani
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
"Non sono malato e non sono morto anche se mi hanno ucciso molte volte"
Re: La malattia - le origini
...BARRACUDA SPINNING CLUB... per me è cominciata così, o quasi perchè questa malattia è come un virus latente, ce l'hai ma non lo sai. Ho cominciato a pescare più di 50anni fa, tre pezzi di bambou con legature rosse sugli innesti (sigh) e da li dovunque ci fosse acqua ho gettato ami,a tutto spiano, a tevere, a mare, nelle cave sulla laurentina (dove oggi ci sono la metro ed euronics grrrrrrrr) finanche nel laghetto dell'eur la mattina presto prima di andare al lavoro. Pescavo già a spinning, cavedani, lucci, scardole, addirittura gli agoni a castelgandolofo...poi barracuda spinning club, che mi indirizzò indirettamente ad un negozio di santa marinella, poi seaspin e lì fu l'inizio della fine. Una malatti/mania, la definisco, se decido di andare su uno spot (forse quello della centrale enel è lu stesso che conosco io) non c'è topa o sport che tenga, vero che ogni lasciata è persa, ma ogni pesce rilasciato è molto meglio!!! Dagli abu toby che ho iniziato ad usare quasi senza farmi vedere agli ultimi ritrovati di Utopia ormai ho lanciato di tutto con tutto, nessun pesce over 5 kg, mai una leccia degna di questo nome, ma quando sto a mare anche una perchia o un lucertola quando danno un colpo al cimino mi fanno ancora drizzare i peli sulle braccia. Grazie a tutti per questa magnifica mania




STOP al POST degli SPOT
- jackhunter
- Amministratore e Staff Seaspin
- Messaggi:4488
- Iscritto il:lun apr 14, 2008 11:26 am
- Località:MARINA DI PISA
Re: La malattia - le origini
non si può far altro che condividere!!!Rikkardo ha scritto:...BARRACUDA SPINNING CLUB... per me è cominciata così, o quasi perchè questa malattia è come un virus latente, ce l'hai ma non lo sai. Ho cominciato a pescare più di 50anni fa, tre pezzi di bambou con legature rosse sugli innesti (sigh) e da li dovunque ci fosse acqua ho gettato ami,a tutto spiano, a tevere, a mare, nelle cave sulla laurentina (dove oggi ci sono la metro ed euronics grrrrrrrr) finanche nel laghetto dell'eur la mattina presto prima di andare al lavoro. Pescavo già a spinning, cavedani, lucci, scardole, addirittura gli agoni a castelgandolofo...poi barracuda spinning club, che mi indirizzò indirettamente ad un negozio di santa marinella, poi seaspin e lì fu l'inizio della fine. Una malatti/mania, la definisco, se decido di andare su uno spot (forse quello della centrale enel è lu stesso che conosco io) non c'è topa o sport che tenga, vero che ogni lasciata è persa, ma ogni pesce rilasciato è molto meglio!!! Dagli abu toby che ho iniziato ad usare quasi senza farmi vedere agli ultimi ritrovati di Utopia ormai ho lanciato di tutto con tutto, nessun pesce over 5 kg, mai una leccia degna di questo nome, ma quando sto a mare anche una perchia o un lucertola quando danno un colpo al cimino mi fanno ancora drizzare i peli sulle braccia. Grazie a tutti per questa magnifica mania![]()
![]()

Marco Calloni
Staff Seaspin
www.pescaricreativa.org
Staff Seaspin
www.pescaricreativa.org
Re: La malattia - le origini
Pieno di amarcord, Mi piace 

La spigola fa Pragliola, il serra fa Hemingway